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Prefazione

 

I Programmi Ministeriali dell’Educazione Musicale nella scuola media prevedono, come obiettivo primario, di promuovere la partecipazione attiva del preadolescente all’esperienza della musica nel suo duplice aspetto di espressione-comunicazione (momento del fare musica) e di ricezione (momento dell’ascoltare).

Ora, se è vero che i dischi e le musicassette oggigiorno abbondano ed è quindi più facile reperire il materiale per curare quel “momento dell’ascoltare” di cui ci parla quel testo del Decreto Ministeriale del 9 Febbraio 1979, d’altro canto è anche vero che i libri di testo, se offrono molto sulla grammatica musicale, sulla storia della musica, sulle analisi degli ascolti dei brani che ci propongono e su molto altro ancora, appaiono carenti per quello che riguarda l’operatività vera e propria, quella cioè che vede gli alunni impegnati in una fruizione diretta della musica, che non si può avere solo teorizzandola, ma facendola sul serio!

Vero è che in tali libri vi sono talvolta disseminati una enorme quantità di esempi musicali e brani di vario genere, però, vista in essi la mancanza di propedeuticità, mi sorge spontanea la seguente domanda: a chi sono indirizzate queste musiche, agli alunni per fruirne veramente od agli insegnanti che dovranno valutare la “bontà” del libro da adottare? La risposta viene da sé ed è infatti nella convinzione dell’inutilità di tali brani, tecnicamente parlando, di difficile comprensione per gli alunni, che è nata in me la precisa volontà di voler creare qualcosa che potesse dare ai discenti il piacere di fare musica, non soltanto con il canto per imitazione, come avviene usualmente e nella maggior parte dei casi per forza di cose, ma anche suonando uno strumentino, sia nella maniera solistica che di insieme, esperienza, questa, preziosissima al fine della socializzazione  e della responsabilizzazione dei singoli individui.

E’ così che ho dato vita a questa raccolta di esercizi e brani per “strumentini in Do”, come recita il sottotitolo, ma che in effetti sono orientati ad una esecuzione con le melodiche (diamoniche o claviette che dir si vogliano), in quanto, personalmente, ritengo siano i più adatti tra gli strumentini didattici più in uso tra i banchi di scuola. I numeri di aiuto sotto ad alcune note, infatti, corrispondono ad una diteggiatura pianistica, che necessariamente deve essere rispettata per una più agevole esecuzione con tali strumenti. Ciò non toglie, tuttavia, che alcuni dei brani seguenti, specie i primi, non possano essere eseguiti con altri tipi di strumentini, quali metallofoni o flauti dolci, questi ultimi, però, molto critici, soprattutto nei cromatismi.

Nella speranza di essere riuscito almeno in parte nel mio non facile intento, voglio augurare agli alunni ed ai Colleghi lunghe e piacevoli ore di lezione all’insegna della distensione e della più viva fruizione di quella che, non a torto, è considerata una delle più nobili delle arti: l’arte della musica.

 

Siracusa lì, 4-5-1991.

L’AUTORE